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Inquinanti e Plastica

Valutazione delle concentrazioni di inquinanti ambientali e delle microplastiche nei tessuti e nelle feci di Caretta caretta e loro relazione con la dieta attraverso la tecnica degli isotopi stabili
Attività/Conservazione/Inquinanti e Plastica

Inquinanti e Plastica: le tartarughe marine come modello di monitoraggio ambientale

Le tartarughe marine sono state proposte come specie sentinella e bioindicatori della salute degli ecosistemi marini in quanto specie dalla dieta complessa e diversificata e dall’alta suscettibilità a diversi inquinanti ambientali.

In particolare, la Caretta caretta è la specie di tartaruga marina più comune nel Mar Mediterraneo, dove può essere sottoposta a severe malattie e infezioni e al bioaccumulo di metalli pesanti, contaminanti organici, ftalati e tossine marine che provengolo da alimenti, sedimenti e acqua.

La conoscenza delle reti trofiche legate alla dieta delle tartarughe marine è estremamente importante per capire da dove vengono assunte le concentrazioni di questi contaminanti che si ritrovano nei vari organi e tessuti. Nel Mar Mediterraneo, la Caretta caretta si nutre lungo le zone costiere o in mare aperto principalmente di organismi planctonici, crostacei, molluschi, alghe e piccoli pesci.

 

Ci sono due potenziali vie attraverso le quali le tartarughe possono ingerire inquinanti ambientali. L’ingestione accidentale può verificarsi quando i detriti sono mescolati con organismi di cui si ciba, ad esempio macroalghe/ crostacei a cui i rifiuti si attaccano.

In alternativa, le tartarughe marine possono identificare come preda erroneamente articoli, come buste della spesa, palloncini e fogli di plastica, e li seleziona attivamente per il consumo Gli effetti dell’ingestione di plastica possono essere letali e subletali. Il passaggio di frammenti duri attraverso l’intestino può causare lesioni interne e un blocco digestivo/intestinale.

A lungo termine, tuttavia, una riduzione dello stimolo ad alimentarsi, potrebbe portare a malnutrizione. Infine, lunghi tempi di residenza intestinale per le materie plastiche può portare a contaminazioni chimiche come plastificanti (bisfenolo A e i ftalati) che fuoriescono da materie plastiche ingerite e possono essere assorbite nei tessuti, agendo potenzialmente come interferenti endocrini. Inoltre, a causa delle loro proprietà idrofobiche, la plastica è nota accumulare metalli pesanti e altre tossine, come i PCB, dall’ambiente marino.

È stato dimostrato che tali contaminanti risultano essere causa di anomalie dello sviluppo e della riproduzione in molti taxa, come la ritardata ovulazione negli uccelli e stress epatico nei pesci. Tuttavia, ad oggi, le conoscenze su questi temi nelle tartarughe marine è limitata.

Il progetto in questione si è occupato di valutare la dieta e l’ecologia trofica delle tartarughe marine della specie Caretta caretta nelle isole Eolie attraverso un’analisi delle macro e meso- plastiche in campioni fecali prelevati da individui di diverse dimensioni. I frammenti macro e meso plastici sono stati classificati per colore e forma secondo il protocollo INDICIT e poi esaminati con spettroscopia FTIR-ATR per caratterizzarne i polimeri di cui composti.

Parallelamente è stata esaminata la dieta delle tartarughe marine attraverso analisi degli isotopi stabili e le concentrazioni in diversi tessuti (carapace, pelle e sangue) di diversi agenti chimici (metalli pesanti e ftalati).

Questo progetto ha portato alla pubblicazione di diversi articoli scientifici che potete scaricare nella sezione pubblicazioni o richiedere ai contatti del nostro sito.